Terza puntata di "dalla Magra al Golfo dei Poeti", lavoro a cavallo tra immagini e parole: il ricordo di un nonno mitizzato, cavatore a Carrara prima, poi operaio nei cantieri navali di La Spezia. Veniva da questi monti, come faceva a stare in città?
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"Le immagini sono enigmi che si risolvono con il cuore"
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Ho rubato mezzo titolo ad un bellissimo libro su Flannery O'Connor : la signora era scrittrice di romanzi e racconti, personaggio particolarissimo e controcorrente, morta a metà del secolo scorso e amata svisceratamente da Nick Cave e Bruce Springsteen, per dirne due a caso.
A metà del libro mi imbatto in questa frase, il nocciolo di quel che serva, secondo l'autrice, per "compiere" il proprio mestiere: per lei quello di scrivere, per noi, che bazzichiamo immagini, quello di fotografare:
...si legge? lo riscrivo:
"L'arte non è per tutti... ma solo per coloro che sono disposti a sottoporsi al necessario sforzo di comprenderla. Si parla molto dell'umiltà che serve per abbassarsi, ma elevarsi e raggiungere una qualità superiore, lavorando duramente, richiede la stessa dose di umiltà e un vero amore per la verità"
Cosa c'entra tutto questo su un blog di fotografia?
Beh, a parte l'ovvio richiamo alla necessità di migliorarsi sempre, valido in tutti i campi. A parte che, in epoca in cui il cosiddetto story-telling sembra la chiave che apre tutti i forzieri, parlare ai fotografi di una scrittrice dovrebbe essere normale. A parte che le parole "arte" e "fotografia" insieme hanno scatenato da sempre fiumi di discussione...il motivo vero che mi porta a parlarne è che questa frase mi ricorda sempre un articolo su Fotocrazia, il miglior blog sulle immagini che ci sia in circolazione, in cui Michele Smargiassi parla di educazione artistica : dove si dice che bisognerebbe togliere la parola "artistico" a questa materia scolastica perchè lascia intuire che capire l'arte (e la fotografia!!!) sia una botta di fortuna riservata ai pochi dotati per natura, a quelli portati. L'arte sarebbe solo per chi è naturalmente incline ad essa, non c'è nulla da imparare, nessuna capacità da sviluppare.
Di conseguenza, la capacità di leggere una fotografia (o un dipinto) si ferma spesso al "mi piace, non mi piace". Non si riesce ad andare oltre.
Nulla in cui impegnarsi, per tornare al testo di O'Connor.
Ne ho scritto anche qui parlando de "Lo sguardo rovesciato" di Roberto Cotroneo: secondo l'autore molti di quelli che si avvicinano alla fotografia pensano di "nascere imparati": l'ignoranza in materia porta a sopravvalutarsi completamente. Bastano due filtri precotti applicati ad un paesaggio ed ognuno si sente un grande artista. Aggiungi 100 like e il gioco è fatto. Nessuno si preoccupa di capire "chi" dice "mi piace"...e soprattutto "perché": è tuo amico? si aspetta che tu ricambi i "like"? capisce di fotografia oppure vuol solo invitarti a cena?
Da quando son "costretto" ad insegnare come si fotografa ( e "perchè" fotografare) godo del piacere di studiare, leggere e imparare. Me l'avessero detto al liceo! Che studiare è bello oltre che utile.